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Il piacere di tradurre François-Vincent Toussaint e la versione incompiuta dell’Histoire de l’art chez les anciens di Winckelmann di Stefano Ferrari F.to 17x24 cm - 276 pagine ISBN 978-88-7498-148-9 Euro 20,00 ORDINA |
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Considerata dai maggiori studiosi di Johann J. Winckelmann definitivamente perduta, la ritrovata traduzione dell’Histoire de l’art chez les anciens, redatta tra il 1768 e il 1772 dallo scrittore francese François-Vincent Toussaint (1715-1772), getta una nuova luce sulle tappe più importanti del processo che porta alla realizzazione della seconda edizione del capolavoro dello storico dell’arte tedesco. La versione inedita contiene infatti una serie di brani appartenenti ad una stesura intermedia della Geschichte der Kunst des Alterthums che inspiegabilmente non è stata usata da Friedrich Justus Riedel nella riedizione di Vienna del 1776. Il traduttore Toussaint è noto agli specialisti dell’illuminismo europeo soprattutto come autore de Les Mœurs (1748), uno dei maggiori best seller filosofici del secolo, ma anche come estensore dei lemmi giuridici dei primi due tomi dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert e come direttore di due prestigiose riviste parigine, il Journal étranger e le Observations périodiques sur la Physique, l’Histoire Naturelle, & les Beaux Arts. Meno esplorato è invece il suo ruolo d’importante mediatore culturale, soprattutto tra la letteratura tedesca e quella francese. La traduzione della Geschichte der Kunst che gli viene affidata personalmente da Winckelmann, su suggerimento dell’amico Heinrich Wilhelm Muzell von Stosch, non è tuttavia il frutto solamente di solide capacità linguistiche, ma anche di comprovate abilità nell’ambito delle antichità e delle arti figurative. L’arruolamente di Toussaint avviene all’interno dell’Accademia dei Nobili di Berlino, nella quale, secondo le precise istruzioni di Federico II, egli insegna ai giovani cadetti prussiani la logica, la retorica e la storia delle belle arti. In questo spazio educativo, nel quale operano fianco a fianco sia docenti francesi, sia insegnanti svizzeri e tedeschi, lo scrittore parigino ha modo di consolidare le sue conoscenze sull’opera di Winckelmann e di stringere robusti legami con i principali sostenitori e amici berlinesi dello storico dell’arte di Stendal. Fa parte della stessa collana: Il rifugiato e l’antiquario.Fortunato Bartolomeo De Felice e il transfert italo-elvetico di Winckelmann nel secondo Settecento La lingua salvata. Scritture tedesche dell’esilio e della migrazione |
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