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Quella di palazzo Betta-Grillo è una realtà sconosciuta ai più. Si tratta infatti
di una residenza privata che non è mai stata accessibile alla cittadinanza
di Rovereto. Ad esclusione di due tele di grande formato, realizzate da
Gasparantonio Baroni Cavalcabò nella prima metà del XVIII secolo e studiate
da Bruno Passamani in un saggio del 1958, le opere d’arte custodite all’interno
dell’edificio non sono mai state documentate in precedenza. La pubblicazione
di questo libro è stata possibile grazie alla disponibilità incondizionata di Maria
Angelica Grillo, che mi ha aperto le porte della sua dimora roveretana con grande
generosità e mi ha incoraggiato e sostenuto sin dal principio. A lei va quindi
il mio primo e più sentito ringraziamento.
Il nucleo più vecchio di questa ricerca risale al 2007 e coincide con la mia tesi
di laurea in ingegneria edile-architettura. Il tema progettuale che avevo affrontato
era quello di inserire all’interno di palazzo Betta-Grillo la Quadreria comunale
di Rovereto. In quel momento il mio obiettivo era quello di giungere ad
un soddisfacente livello di conoscenza dell’edificio per compiere scelte progettuali
consapevoli e rispettose nei confronti dell’organismo edilizio... Andrea Frisinghelli |